Caleidoscopio - Guardia

"Non puoi sbagliare."

È questo che mi hai dettp, prima di mettermi di fronte ad un macchinario sconosciuto tanto complesso quanto delicato, che dovrei in qualche modo pilotare. E non ho neanche la patente!

Almeno, i controlli sono abbastanza intuitivi (quasi familiari?). Il problema è un'altro: mi stanno parlando.

Ho trovato il microfono, ma anche nelle situazioni migliori le mie abilità sociali lasciano a desiderare. Faccio uscire qualche "Uhm" e "Ehm" per prendere tempo. Due versi di una canzone alla radio: "tutto già faceva presagire guai."

E capisco che intendevi.

Ho risposto, pare. E anche bene. Non posso sbagliare nel senso più letterale: c'è il pilota automatico.

Si attiva al primo segnale di allarme, e prende il controllo nel modo più naturale, per fare il minimo indispensabile per riportarmi sulla rotta giusta.

Scompare subito, e riprendo il controllo delle mani, del viso, della voce. Ma ora so che è lì. A guardia del perimetro da cui non devo uscire.

Sì, è sicuramente disorientante, specialmente se continuo a perdere apposta per vedere quali sono i limiti, ma più che altro è confortevole. "Pilota automatico" forse non rende bene l'idea: ho la netta sensazione che ci sia qualcuno accanto a me di cui posso fidarmi. Una persona in carne ed ossa (spirito ed emozioni?) che mi fa da avanguardia.

E finalmente, solitudine esteriore ed interna.

⁂

Divertente, no? Io ho bisogno di concentrazione e pazienza per far trapelare all'esterno i miei pensieri, e dell'aiuto di qualcuno che li rielabori e che li trascriva: eppure qui nella mia stanza, sento solo la mia voce, mentre la mia Guardia si fa così silenziosa che inizio a dubitare che esista davvero.

Ma là fuori è tutto l'opposto! Posso solo guardare, e presto neanche più quello, e la corrente mi porta via completamente.

Poi, due baci sulle guance e ho di nuovo le chiavi in mano (metaforicamente), con qualche ora in più di ricordi, e un senso di calore nel petto.